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COME DETRARRE DALLE TASSE LA SPESA PER I FARMACI

A partire dal 1 gennaio 2008 è entrata in vigore la normativa relativa allo “scontrino parlante”, strumento indispensabile per ottenere la detrazione dalla dichiarazione dei redditi per le spese farmaceutiche sostenute. 

Il nuovo scontrino dovrà contenere indicazioni sulla natura, la quantità e la qualità del farmaco acquistato, come avveniva già nel corso del 2007. 
A queste informazioni è obbligatorio aggiungere il codice fiscale del destinatario del medicinale, che dovrà essere stampato sullo scontrino, e non più riportato a mano.
Non sarà più sufficiente presentare copia delle ricette mediche e degli scontrini dei farmaci acquistati: al fine di ottenere la detrazione fiscale, che ammonta fino al 19% della spesa totale, sarà necessario presentare lo “scontrino parlante”.
Il cittadino dovrà richiederlo al farmacista prima di effettuare il pagamento: per agevolare il lavoro sarà quindi opportuno presentarsi in farmacia con la tessera sanitaria, che permette la lettura automatizzata del codice fiscale. 

Spese sanitarie detraibili

I costi sostenuti per:

- farmaci non rimborsabili;
- per il ticket di quelli rimborsabili;

rientrano tra le spese sanitarie detraibili dalla dichiarazione dei redditi annuale.
La detrazione prevista è pari al 19% delle spese affrontate durante l'anno.

Per effettuare correttamente il calcolo occorre considerare la franchigia pari a € 129.11(somma per la quale non è prevista alcuna detrazione), per cui, ad esempio, se le spese sanitarie ammontano a € 600.00 avremo un risparmio di € 89.47 (somma che corrisponde al 19% di € 470.89, vale a dire la differenza tra la spesa totale, € 600.00 e la franchigia di € 129.11).

Tra i prodotti acquistabili in farmacia che è possibile scaricare ci sono tutti i medicinali per i quali occorre o no la prescrizione del medico, farmaci da banco (inclusi i prodotti omeopatici) , le spese veterinarie sostenute per la cura degli animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva, gli integratori alimentari solo se prescritti da un medico specialista che ne indichi l'utilizzo a scopo curativo e le spese per il noleggio o l'acquisto di strumentazioni medicali. 

Detrazioni fiscali

Le spese fatte per comprare medicinali non rimborsabili o per pagare il ticket di quelli rimborsati dal SSN rientrano tra le spese sanitarie detraibili dall’annuale dichiarazione dei redditi.

Ai fini della detrazione e/o deduzione delle spese sanitarie relative all’acquisto di medicinali, dal 1° gennaio 2008, saranno considerati validi soltanto la fattura o il cosiddetto "scontrino fiscale parlante". Pertanto, per l'acquisto di medicinali, a richiesta del cliente, la farmacia ha l'obbligo di rilasciare fattura o scontrino fiscale "parlante" che contenga le seguenti indicazioni:

  • la natura del farmaco (la dicitura "farmaco" o "medicinale");

  • la qualità del farmaco (in pratica il nome del medicinale);

  • la quantità dei beni acquistati (il numero delle confezioni acquistate);

  • la dicitura ticket (per le ricette del SSN)

  • il codice fiscale del destinatario ovvero del soggetto che dedurrà o detrarrà la relativa spesa o di altro componente del nucleo familiare che sia a carico del soggetto medesimo (se si acquistano medicinali per conto di altra persona, pertanto, dovrà essere indicato il codice fiscale di quest'ultima).


A tal fine è utile esibire al farmacista la tessera sanitaria. Su tale documento, infatti, è impresso il codice fiscale che può essere letto con facilità dal farmacista, attraverso strumenti informatici, che consentono l’immediata lettura del codice e il trasferimento automatico dello stesso sullo scontrino. In ogni caso, qualora l’assistito non sia in grado di esibire la tessera sanitaria, il farmacista è tenuto a rilasciare uno scontrino contenente il codice fiscale dell’assistito, quando questo sia comunicato dal cliente con altra modalità (compresa la dichiarazione verbale).

Per detrarre le spese per i medicinali con obbligo di ricetta, è necessario conservare la ricetta medica o la sua fotocopia, se questa è ritirata dalla farmacia al momento dell’acquisto del medicinale, e lo scontrino fiscale parlante (o la fattura) della farmacia.

Per quanto riguarda le detrazioni per le spese fatte per acquistare i medicinali da banco, oltre allo scontrino fiscale parlante (o la fattura), se non si è in possesso della ricette mediche, si deve compilare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in carta libera che attesti la necessità di quei medicinali. L’autocertificazione deve essere unica per tutti i medicinali acquistati nel corso dell’anno da tutte le persone appartenenti al nucleo familiare del contribuente ed a carico di quest’ultimo.

La documentazione riguardante tutte le spese detratte deve essere conservata per cinque anni.

- SCARICA IL MODULO PER L'AUTOCERTIFICAZIONE DEI FARMACI SENZA OBBLIGO DI PRESCRIZIONE OTC e SOP -

Altre spese sanitarie detraibili

· Visite mediche (anche OMEOPATICHE). 
· Spese odontoiatriche.
· Spese veterinarie.
· Sedute di psicanalisi e psicoterapia. 
· Spese chirurgiche. 
· Analisi, radiografie e indagini speciali (TAC, ECO, Laser ecc.). 
· Degenza e ricovero in ospedali e case di cura. 
· Protesi dentarie (dentiere, capsule, apparecchi odontoiatrici ecc.). 
· Protesi oculistiche (occhi o cornee artificiali). 
· Protesi fonetiche. 
· Occhiali da vista, lenti a contatto e liquidi per lenti. 
· Apparecchi per non udenti. 
· Arti artificiali e apparecchi di ortopedia. 
· Stimolatori e protesi cardiache. 
· Mezzi per inabili e invalidi (in questo caso non c'è franchigia). 

La documentazione da conservare

1. farmaci con obbligo di ricetta:
è necessario conservare una fotocopia della ricetta medica nel caso in cui questa sia ritirata in farmacia al momento dell'acquisto del farmaco. Insieme alla ricetta, deve essere conservato anche lo scontrino fiscale parlante rilasciato dalla farmacia.

2. farmaci acquistati senza l'obbligo di ricetta (S.O.P. e O.T.C.) :
è sufficiente allegare alla dichiarazione dei redditi un'autocertificazione attestante la necessità dell'acquisto e lo scontrino fiscale parlante rilasciato dalla farmacia.

Alle farmacie spetta solo di emettere il relativo scontrino fiscale parlante.

INTEGRATORI ALIMENTARI

N.B. Con la recente risoluzione n.256/E del 20/06/2008 l'agenzia delle entrate comunica la non detraibilità della spesa effettuata per l'acquisto di prodotti in farmacia appartenenti alla categoria degli integratori alimentari neanche se prescritti da un medico specialista; questo, secondo l'agenzia del farmaco, in quanto dall'analisi delle direttiva europea in materia di integratori 2002/46/CE e della corrispondente norma nazionale (D.Lgs. 169/2004), in ragione della loro composizione gli integratori si qualificano come prodotti appartenenti all'area alimentare, perciò non detraibili.

  DISPOSITIVI MEDICI

Può essere utile rammentare alcune delle modalità previste dalla legge per consentire ai cittadini di detrarre, in sede di dichiarazione dei redditi, i costi sostenuti per l'acquisto di dispositivi medici nelle farmacie. I dispositivi medici assimilabili a una delle tipologie elencate nel Nomenclatore tariffario delle protesi (VEDI LINK SOTTOSTANTE - Allegato DM 332/1999) - oltre a quelli in esso inseriti - costituiscono spesa detraibile per i soggetti a cui sono destinati e il loro acquisto può essere certificato dalla farmacia mediante l'emissione dello scontrino "parlante". Ai fini della detrazione in dichiarazione dei redditi oltre allo scontrino fiscale, sarà necessario produrre copia della prescrizione del medico.

NOMENCLATORE TARIFFARIO DISPOSITIVI MEDICI

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INFLUENZA A, COSA C'E' DA SAPERE?

Cos'è la nuova influenza provocata dal virus A/H1N1?

La febbre suina è una malattia respiratoria acuta dei maiali causata da virus influenzali di gruppo A. Dei vari sottotipi di virus isolati nei maiali i principali sono di tipo H1N1, cioè quelli responsabili dell’attuale epidemia umana. Dopo i primi casi della nuova influenza umana, che si sono verificati in seguito a contatti molto ravvicinati fra i maiali e l’uomo, il nuovo virus A/H1N1 si è adattato all'uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona. 

Si badi bene: l'influenza suina non viene trasmessa attraverso il cibo e dunque non esiste alcun rischio d'infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o di prodotti a base di carne suina.

Quali sono i sintomi e come si distingue dalla "normale influenza"? 

La “nuova” influenza si presenta essenzialmente con una triade di sintomi, rappresentata da febbre alta (oltre i 38 gradi) che insorge bruscamente, dolori muscolari e almeno uno fra questi sintomi respiratori: mal di gola, tosse, naso che cola. Di solito l’esordio della malattia si accompagna anche a mal di testa, a uno stato di debolezza (o facile affaticamento) più o meno intenso e qualche volta sono presenti nausea o vomito. Questi ultimi due sintomi però non sono tipici dell’influenza. Se sono presenti unicamente forte nausea, dolori addominali e diarrea è più probabile che non si tratti di influenza, ma di un' infezione gastrointestinale dovuta a uno dei tanti virus stagionali che possono colpire l’apparato gastroenterico. 

In definitiva, dal punto di vista sintomatico, la nuova influenza non si distingue in alcun modo dalla classica influenza stagionale. La vera differenza è rappresentata dal fatto che l'influenza A si diffonde più rapidamente dell’influenza stagionale e quindi colpisce un maggior numero di individui perché, trattandosi di un nuovo virus, molte persone non hanno ancora gli anticorpi per difendersi.

Come si trasmette e per quanti giorni chi ne è affetto è contagioso? 

La trasmissione da uomo a uomo del virus dell'influenza A/ H1N1 avviene principalmente attraverso le piccole goccioline di saliva che vengono emesse da tutti noi durante i colpi di tosse o gli starnuti, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Una via di contagio può essere il bacio, una carezza, bere dallo stesso bicchiere, fumare la stessa sigaretta o semplicemente stare a distanza ravvicinata con una persona infetta.
Come già detto, dunque, i virus della nuova influenza umana non sono trasmessi dal cibo, cioè mangiando maiale o prodotti a base di carne di maiale.
Di solito, le persone con influenza da nuovo virus A/H1N1 vengono considerate contagiose dal giorno precedente all’insorgere dei sintomi e per almeno quattro giorni successivi. I bambini, specialmente i più piccoli, possono potenzialmente diffondere il virus per periodi più lunghi. 

È  una malattia grave?

Come la forma stagionale, l’influenza suina nell'uomo può presentarsi in forma lieve o grave, ma va detto subito che al momento la gravità non appare fra le sue caratteristiche: la regola è la guarigione, non le complicanze e tantomeno la morte. Tanto è vero che, in Italia, su circa 1900 casi fino ad oggi riportati, è stato segnalato un solo caso di decesso. Il che significa che la mortalità è presumibilmente identica a quella dell’influenza classica stagionale.
La durata della malattia non oltrepassa di solito i 4-5 giorni. Possono fare eccezione i pazienti affetti da gravi malattie polmonari o cardiache, i diabetici, gli individui con deficit del sistema immunitario (da cause varie) per i quali può risultare più prolungata o andare incontro a complicanze respiratorie.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti?
 
Se i sintomi, come spesso accade, sono lievi e la persona colpita è in buona salute è bene rimanere tranquilli, stare a casa, evitare i contatti ravvicinati con le altre persone (inclusi possibilmente i conviventi) e seguire alcuni consigli terapeutici generali. Se i sintomi sono particolarmente intensi, la malattia si protrae oltre i normali 3-4 giorni oppure la persona è affetta da altre malattie importanti (cardiache, respiratorie, renali) è bene chiamare il medico, anziché recarsi di propria iniziativa al pronto soccorso. Una visita d’urgenza in ospedale può essere indicata solo nei casi particolari in cui insorgano difficoltà respiratorie particolarmente severe e il medico di famiglia non sia immediatamente reperibile.

Come si effettua la diagnosi?
 
In seguito all’incremento progressivo dei casi in Europa e in Italia sono stati rafforzati i sistemi di sorveglianza e non si ritiene più indispensabile la conferma di laboratorio dei casi sospetti. Pertanto la diagnosi si fonda prima di tutto sulla presenza dei sintomi sopra elencati. 

Per la diagnosi di influenza nel bambino ricordate che:

  • nel lattante l'influenza si può manifestare solo con vomito e diarrea e la febbre rappresenta una evenienza eccezionale;

  • i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere i sintomi generali, ma manifestano il proprio malessere sotto forma di irritabilità, pianto o inappetenza;

  • in caso di febbre elevata, i bambini più piccoli presentano spesso occhi arrossati che sono indicativi di una congiuntivite;

  • all’età di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a laringite, bronchite e febbre elevata. 

Attualmente l’indicazione è quella di eseguire l'analisi di laboratorio (solo su indicazione del medico) in tutti i casi caratterizzati da un andamento clinico impegnativo per il quale si ritiene opportuno richiedere un ricovero in ospedale. Ai fini della sorveglianza, inoltre, analisi di laboratorio sono effettuate a campione e nei casi che si sono manifestati in assenza di viaggi o di contatti con casi confermati. L’analisi si fa su un campione di secrezioni prelevate dalle prime vie respiratorie mediante un normale tampone nasale o faringeo entro 4/5 giorni dall'inizio dei sintomi (cioè, quando la persona è contagiosa).

Come si cura?

Come per le altre forme influenzali, la terapia normalmente prevede il riposo e l’assunzione di farmaci antipiretici per abbassare la febbre (primo fra tutti, il paracetamolo), analgesici o antinfiammatori per calmare i dolori ed eventualmente sedativi della tosse. Il trattamento dei sintomi, l’assunzione di liquidi (acqua, tè, succhi di frutta) ed il riposo (protratto fino a 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre) sono in genere sufficienti per la completa guarigione nei casi non complicati. 

Per alcuni soggetti a rischio (per esempio i bambini sotto i due anni, gli anziani sopra i 65 anni, i pazienti affetti da diabete, malattie croniche respiratorie, cardiovascolari, epatiche, ematologiche, neurologiche o neuromuscolari), i soggetti immunodepressi, le donne in gravidanza o in allattamento, gli asmatici in terapia e le persone obese può essere indicato l’impiego dei farmaci antivirali (zanamivir e oseltamivir). 

Questi farmaci, che si assumono in compresse, sciroppi o spray per inalazione, combattono i virus dell’influenza agendo sulle proteine utilizzate dai virus per entrare nelle cellule dell’organismo ospite, sono efficaci contro tutti i virus influenzali e quindi anche quello della nuova influenza, l’H1N1, che è di tipo A. 
Questi possono essere utili per ridurre i sintomi e ad abbreviare i tempi di guarigione, ma si devono adoperare solo previa prescrizione medica: la terapia andrebbe iniziata il prima possibile (funziona meglio se iniziata entro due giorni) e va protratta di regola per 5 giorni. 

Attenzione però: usarli senza motivo potrebbe procurare anche dei danni. Il rischio infatti è che insorgano virus resistenti al farmaco, rendendolo inutile qualora l’assunzione diventi realmente necessaria. Questi farmaci si possono acquistare solo su prescrizione medica, non sono rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale e sono molto costosi. La comparsa di complicazioni (per esempio una bronchite o polmonite) può richiedere la prescrizione di una terapia antibiotica, che andrà comunque sempre effettuata da un medico.

Quali sono le principali norme di prevenzione?

Vaccinazione

L'arma migliore di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione della popolazione. Il vaccino specifico contro il virus A(H1N1) sarà presto disponibile.
In Italia, il Ministero della Salute ha già fissato le norme principali per l’esecuzione della campagna vaccinale gratuita che riguarderà circa il 40% della popolazione e prevede in una prima fase (a metà del mese di novembre) la vaccinazione di: 

  • soggetti a rischio perché affetti da patologie croniche gravi;

  • personale sanitario che deve garantire le prestazioni assistenziali;

  • personale che garantisce gli aspetti di sicurezza del Paese (vigili del fuoco, polizia, protezione civile, etc);

  • personale che garantisce la continuità dei servizi cosiddetti essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc). 

Entro la fine dell’anno sarà poi la volta dei soggetti affetti da malattie respiratorie fra i 2 e i 65 anni, mentre infine a partire da gennaio 2010 i vaccini saranno riservati alla popolazione sana fra i 2 e i 27 anni, cioè a quella fascia d'età che, dai dati sull'andamento mondiale della malattia da aprile ad oggi, risulta essere la più colpita dall'infezione che, in tali soggetti, si trasmette più facilmente. 

Norme generali

Una volta che si è stati colpiti dalla nuova influenza, come del resto da qualunque altra forma infettiva virale delle vie respiratorie, è bene lavare le mani dopo aver tossito o dopo essersi soffiati il naso perche qui si vanno a depositare, attraverso le goccioline di saliva, le secrezioni infette.È bene poi evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca, usare ognuno il proprio asciugamano, le proprie stoviglie, evitare contatti ravvicinati con persone sane, per esempio baci o carezze, coprire con un fazzoletto (possibilmente di carta) naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto dopo l’uso nella spazzatura o nella biancheria da lavare. 

Mantenere una distanza adeguata (circa un metro) tra persona e persona è considerata una misura sempre efficace per prevenire il contagio della malattia.
Si raccomanda infine di rimanere a casa se malati evitando di viaggiare, di recarsi al lavoro o a scuola, allo scopo di limitare i contatti possibilmente infettanti con altre persone e ridurre il rischio di complicazioni e infezioni da parte di altri microbi.


 

AMNIOCENTESI 

Farmacia.it - 6 luglio 2004 

L’amniocentesi è l’analisi cromosomica del liquido amniotico in cui è immerso il bambino. 
Attraverso l'addome si introduce l'ago nel sacco amniotico, l’esame viene fatto sotto continua sorveglianza ecografica. Si esegue in genere dalla 15° settimana di gestazione, non può essere effettuata prima perché fino ad allora la quantità di liquido è insufficiente. La puntura dell’ago non è più grande di una prodotta dalla spina di una rosa.

Dalla coltura di cellule contenute nel liquido si possono rilevare eventuali anomalie cromosomiche, come la Sindrome di Down, invece, dall’esame del liquido si riscontrano spina bifida e anencefalia, anche se quest’ultima si individua anche attraverso il liquido amniotico. Durante l’esame bisognerebbe ricorrere sempre agli ultrasuoni per evitare di forare la placenta o ferire l’embrione.

L’amniocentesi è a carico del Servizio Sanitario Nazionale Italiano nelle donne di età superiore ai 37 anni, in cui la probabilità di avere figli affetti dalla Sindrome di Down è alta.
L'amniocentesi non può essere eseguita su tutte le donne gravide sia perché sono esami molto costosi e sia perché hanno un rischio di aborto che, se pur basso, non è da trascurare.
Oltre che alle donne che hanno superato i 35 anni, l’esame è consigliato alle donne affette da diabete o pre-eclampasia; alle donne appartenenti a gruppi etnici a rischio: quelle d’origine mediterranea per il rischio talassemia o con deficienza enzimatica che produce danni al cervello.
L’amniocentesi svela anche il sesso del nascituro, importante in caso di malattie connesse al sesso quali l’emofilia o la distrofia muscolare di Duchenne.

L'esame va eseguito solo se necessario perchè, anche se con una frequenza bassa, può creare qualche complicazione. 



RISO ROSSO: UN AIUTO NATURALE PER IL COLESTEROLO

Il riso rosso fermentato è ottenuto dalla fermentazione del comune riso da cucina (Oryza sativa), ad opera di un particolare lievito, chiamato Monascus purpureus o lievito rosso. Questo riso, che deve il suo nome alla caratteristica colorazione, rappresenta un componente tradizionale della fitoterapia cinese ma è molto conosciuto anche in occidente per le preziose virtù ipolipidemizzanti.

L'enorme interesse scientifico ed economico che circonda il riso rosso è legato alla presenza di Monascus purpureus; durante la sua attività fermentatrice, questo lievito si arricchisce infatti di un gruppo di sostanze, denominate monacoline, a cui è stata scientificamente attribuita una spiccata attività ipocolesterolemizzante. Tra queste, spicca la monacolina K, che rispecchia la struttura chimica e l'azione farmacologica della lovastatina (un farmaco appartenente alla categoria delle statine). Similmente a tali prodotti farmaceutici, la monacolina K del riso rosso è in grado di inibire la HMG-CoA reduttasi, che rappresenta un enzima chiave nella biosintesi del colesterolo. Dal momento che i suoi livelli plasmatici dipendono soprattutto da questa via biosintetica (e solo in misura minore dalla dieta):

l'integrazione con riso rosso fermentato si è rivelata efficace per normalizzare i livelli di colesterolemia totale, colesterolo LDL e trigliceridemia.

In tal senso, il riso rosso fermentato è più efficace rispetto alla somministrazione di dosi equivalenti di lovastatina, a dimostrazione che le sue proprietà rispecchiano un insieme di azioni non riconducibile alla sola monacolina K. Anche per questo, oltre alla ben documentata attività ipolipidemizzante, il riso rosso fermentato sembra ridurre il rischio cardiovascolare grazie ad azioni antiaterosclerotiche di altro tipo (effetto antinfiammatorio, vasodilatante e riduttivo sui livelli di lipoproteina A). La fermentazione controllata in laboratorio, inoltre, può variare leggermente la composizione del Monascus purpureus e permettere la selezione di ceppi ricchi in Monacolina K o in altre sostanze dotate di particolari azioni farmacologiche.

A differenza delle statine di sintesi (considerate un vero e proprio farmaco), l'impiego di estratti di riso rosso fermentato è ammesso anche nella produzione di integratori alimentari, purché rimanga entro certi limiti fissati dal Ministero (per assicurare adeguate garanzie di sicurezza d’uso). Tutto ciò ha contribuito ad alimentare il già fiorente business del riso rosso, spesso pubblicizzato in maniera eccessiva e scarsamente professionale. D'altra parte, l'acquirente medio è attirato dalla possibilità di migliorare il proprio "quadro lipidico" ricorrendo ad un prodotto naturale, non elaborato sinteticamente e per questo ritenuto privo di effetti collaterali. Anche se le premesse scientifiche per soddisfare questo desiderio ci sono tutte, è molto importante che l'utilizzo di riso rosso fermentato avvenga sotto la supervisione di un medico.


TUTTO SULLA NUOVA TESSERA SANITARIA E IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO

   
La Carta sanitaria elettronica è un progetto molto ampio di semplificazione delle procedure sanitarie.
E’ lo strumento attraverso il quale ciascun cittadino può accedere in qualsiasi momento e da qualsiasi postazione ai propri dati sanitari.
Da febbraio i cittadini toscani riceveranno per posta la nuova tessera sanitaria dotata di microchip che affiancherà la vecchia tessera fino alla sua scadenza per poi sostituirla (la vecchia potrà comunque essere usata come codice fiscale).
  
Dal 15 aprile 2010 la Carta permetterà di accedere al Fascicolo sanitario elettronico, dove saranno contenute le informazioni sanitarie di ciascuno. La carta potrà essere attivata in farmacia o presso uno sportello abilitato della propria Azienda Usl dove sarà consegnato il codice personale di accesso PIN. Occorrerà recarsi semplicemente muniti della tessera e di un documento valido di identità.
   
Saranno a disposizione gli accessi al Pronto soccorso, i referti di laboratorio e di radiodiagnostica, i ricoveri, i farmaci erogati, le esenzioni. Successivamente tutto quanto attiene al profilo sanitario del paziente.

  

Art.50: occorre presentare in farmacia la tessera sanitaria per i farmaci a carico del SSN

    

Per l'acquisto dei farmaci a carico del Sistema sanitario nazionale servirà la nuova tessera sanitaria magnetica. Ricetta rossa uguale tesserino blu. Questa equazione dovrà diventare un'abitudine. A partire dal 01 Gennaio 2009 occorrerà presentare la tessera sanitaria "in originale" corrispondente all'intestatario della ricetta SSN per la quale si intende ritirare il farmaco. La legge non prevede l'utilizzo di fotocopie delle tessere sanitarie!

   

Sta terminando il periodo di sperimentazione con le nuove regole dettate dal ministero dell'Economia attraverso l'articolo 50 della legge 326 del 2003. La nuova tessera è nata proprio con lo scopo di monitorare la spesa sanitaria. Quando il ministero dichiarerà conclusa la fase sperimentale, sarà disagevole ottenere i farmaci con ricetta senza la tessera magnetica. In tal caso il farmacista dovrà infatti verificare la corrispondenza del codice fiscale del titolare della tessera sanitaria con quello dell'assistito 1\ riportato sulla ricetta. L'assenza del codice fiscale su questa, la renderà inutilizzabile. 

 

Non cambierà nulla, invece, per i farmaci il cui costo è a carico del cittadino, quelli che il medico prescrive generalmente su normali fogli bianchi. «I pazienti devono essere adeguatamente informati perché la sperimentazione è in fase di chiusura - spiega Patrizia Zennaro, presidente di Federfarma Padova. - Chi vuole prendere i farmaci con la ricetta medica deve presentare anche la tessera sanitaria. 

 

Tra i farmacisti ci sono già stati degli incontri informativi a proposito. E' importante che anche i medici collaborino per evitare disagi ai pazienti» L'innovazione permette al farmacista di "leggere" e trasmettere al ministero dell'Economia il codice fiscale del cittadino grazie al codice a barre stampato sul retro della nuova tessera. 

 

Chi non ha ricevuto la nuova tessera sanitaria (quella plastificata e rigida, simile a una carta di credito) la può richiedere all'Agenzia delle Entrate

 

CLICCA QUI E RICHIEDI INFORMAZIONI SULLA TESSERA SANITARIA

    

l farmacisti nelle prossime settimane forniranno a tutti i pazienti aiuto e informazioni utili ad affrontare senza disagi queste innovazioni. Nelle farmacie sarà anche affisso un manifesto che comunicherà i contenuti della sperimentazione.

 


  

PER FUMATORI +50% RISCHIO ALCOL E MALATTIE MENTALI
 
I fumatori hanno il 50% di probabilita' in piu', rispetto a coloro che hanno smesso di fumare o che non hanno mai avuto il vizio del fumo, di bere alcol oltre i limiti consentiti, avere una dieta scorretta e incorrere in malattie mentali. E' quanto emerge da una ricerca del Cardiff Institute of Society and Health realizzata con l'universita' di Cardiff. I ricercatori hanno analizzato il profilo di salute di oltre 13mila persone e hanno riscontrato percentuali di rischio piu' alte per gli uomini (fumatori) rispetto alle donne. A tavola, poi, secondo lo studio, sono pochi i fumatori che fanno attenzione ad un corretto bilanciamento degli alimenti. A fronte del 39% dei non fumatori che assume cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, solo il 28% di coloro che fumano prestano la stessa attenzione alla dieta. Nel periodo considerato dalla ricerca e' emerso anche che i fumatori sembrano essere piu' esposti alla comparsa di malattie mentali, riscontrate nell'8% dei casi tra gli ex o non fumatori, a fronte del 14% dei fumatori che e' stato trattato per una malattia mentale.

  


  

IN CASA TROPPI INCIDENTI CON I FARMACI
 
Il 68% dei casi che vengono gestiti dai Centri antiveleni (Cav), riguarda intossicazioni ed esposizioni a sostanze pericolose accidentali che si sono verificate in ambiente domestico. La metà di questi episodi ha avuto come protagonista un bambino di cui il 61% con meno di sei anni. I dati provengono dal sistema informatico sulle esposizioni pericolose e le intossicazioni, attivato dall'Istituto superiore di sanità e sono stati presentati al congresso della Società italiana di igiene a Venezia. 

  

È emerso che le regioni con una casistica maggiore sono Lombardia (31%), Veneto (11%), Emilia Romagna (10%), Campania (9%) e Sicilia (7%) e il 39% delle richieste di consulenza arrivate ai Cav è stato fatto da privati cittadini, il 29% dai pronto soccorso e il 19% dai reparti di pediatria. Inoltre, l'esposizione è avvenuta la maggior parte delle volte per un accesso incontrollato (57%), per errori generici (12%), errori terapeutici (10%) e travasi dal contenitore originale (7%). Le sostanze con cui si verificano più frequentemente gli incidenti sono stati i detergenti domestici (25%), seguiti dai corpi estranei (7%), antiparassitari (7%), cosmetici (6%), farmaci analgesici (5%), ormoni (3%) e farmaci di uso topico (3%). 

  

Per prevenire questi incidenti, rileva lo studio, è opportuno intervenire con campagne informative a livello regionale e nazionale per l'adozione di comportamenti domestici sicuri, e dall'altro controllare confezioni ed etichette dei prodotti a più alto rischio di intossicazione, soprattutto i detersivi.

  


  

GOOGLE METTE AL BANDO LE FALSE FARMACIE ON-LINE
    
Google propone una legge contro le farmacie abusive che, oltretutto, ignorano deliberatamente il suo regolamento pubblicitario. Pare che il numero di questi siti illegali sia cresciuto in questi anni, parallelamente alla sofisticazione dei metodi che utilizzano per aggirare le regole di inserimento dei banner pubblicitari. 

  

Gli Adv di queste farmacie fasulle continuano ad apparire sulle pagine del motore, nonostante la compagnia abbia modificato la sua regolamentazione in proposito, utilizzi il blocco automatico per parole chiave e metta in atto procedure di verifica atte a impedirne la comparsa. Michael Zwibelman portavoce legale di Google ha sottolineato come «le farmacie false danneggiano i nostri utenti, le farmacie online in regola e l'intero comparto dell'e-commerce, quindi continueremo a investire tempo e denaro per bloccare questa pratica pericolosa».

  


  

IL RBES NERO (Ribes Nigrum) PROTEGGE I MUSCOLI DEGLI SPORTIVI
     
Secondo uno studio neozelandese, pubblicato sull'American journal of physiology - Regulatory, integrative comparative physiology, il ribes nero è adatto per prevenire i dolori post-esercizio di cui soffrono gli sportivi. L"estratto del frutto è stato assunto oralmente in forma concentrata, da un gruppo di volontari che dopo l"allenamento ha avvertito meno danni muscolari e infiammazione rispetto a un gruppo controllo. In questo caso, secondo gli esperti, i benefici non vanno attribuiti alla vitamina C di cui è molto ricca la pianta, ma ai flavonoidi che consentono di limitare lo stress ossidativo e i danni muscolari. In primis l'antocianina, la sostanza che dona al frutto il suo colore brillante. L"utilizzo del ribes nero ha radici lontane, è utilizzato da secoli come rimedio contro stanchezza, dolori reumatoici, problemi respiratori.

   


   

PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE DALL'OLIO DI PESCE
   
Un grammo al giorno di olio di pesce può ridurre del 9% le probabilità di attacco cardiaco fatale in persone a rischio. Lo ha scoperto uno studio britannico pubblicato dall'European journal of cardiovascular medicine. Martin Cowie dell'Imperial college di Londra ha esaminato 7mila pazienti affetti da problemi cardiaci, somministrando a metà di loro un grammo di olio di pesce al giorno, ricco di acidi grassi omega-3, e all'altra metà un placebo. Dopo due anni nel primo gruppo si è osservata una diminuzione della mortalità del 9%, e una riduzione significativa anche dei ricoveri in ospedale.«Lo studio dimostra - ha spiegato Cowie - che se due terzi delle persone che in Gran Bretagna soffrono di problemi cardiaci prendesse il supplemento si risparmierebbero 10mila morti l'anno».

  


    

 

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