Da
considerare nella valutazione della congiuntivite una serie di
fattori:
-
la
monolateralità (se è colpito un solo occhio) o la
bilateralità (se sono colpiti entrambi)
-
la
presenza di lacrimazione
-
la
presenza di fotofobia (fastidio alla luce)
-
la
presenza di secrezione
-
la
presenza di dolore
-
la
presenza di chemosi congiuntivale (gonfiore della congiuntiva,
cioè della membrana che riveste l’occhio, dovuto alla
raccolta di liquido infiammatorio)
A
volte piccole lesioni o abrasioni della congiuntiva
si manifestano con rossore.
È molto indicativa la sua monolateralità.
Raramente è associata secrezione. È quasi sempre presente
fastidio alla luce (fotofobia), soprattutto se la lesione si
estende alla cornea.
Fondamentale è la consulenza oculistica che deve
determinare la profondità della lesione stessa.
Lesioni superficiali spesso si rimarginano con la semplice
chiusura della palpebra. Quelle più profonde meritano una
maggiore attenzione: vanno valutate da parte di un oculista e
trattate con la terapia appropriata.
Le
congiuntiviti purulente sono quasi sempre bilaterali.
L’occhio è fortemente iperemico, con i vasi sanguigni della
congiuntiva che sono più evidenti.
La congiuntiva è gonfia. Il bambino riferisce di vedere meno o si
strofina l’occhio come se volesse pulirlo.
Il deficit visivo è legato alla secrezione densa.
Sono forme infettive, per cui è prudente evitare il contatto con
altri bambini.
Anche se raramente alle forme purulente si può associare febbre.
Raramente lasciano lesioni sull’occhio.
La terapia iniziale può essere prescritta dal Pediatra anche se
è sempre meglio consultare l’Oculista.
Le
congiuntiviti virali rappresentano le forme più
pericolose e contagiose.
Generalmente seguono stati influenzali. Da una sintomatologia
molto blanda costituita da un leggero fastidio, in breve tempo si
passa ad una sintomatologia molto dolorosa, gonfiore delle
palpebre e della congiuntiva, lacrimazione densa molto abbondante
e forte fastidio alla luce.
Si associa sempre un gonfiore vicino all’orecchio (linfonodo
satellite). Successivamente si associa alterazione della visione.
Quest’ultima evenienza è causata dalla infiltrazione del virus
negli strati della cornea.
Anche a distanza di anni l’oculista che visita un paziente che
è stato colpito da congiuntivite virale può ritrovare gli esiti
dell’infezione con la presenza di piccole opacità corneali.
Sono le forme più contagiose di congiuntiviti e
generalmente il contagio avviene nel periodo di incubazione privo
di una sintomatologia chiara.
È bene ricorrere subito ad un oculista, che potrà prescrivere la
terapia più idonea.
È prudente isolare il paziente per
evitare ulteriori contagi.
Le
congiuntiviti allergiche o papillari rappresentano le
forme più “tranquille” dal punto di vista medico, ma sono
sicuramente le più fastidiose per la sintomatologia, e le più
difficili da trattare. La reazione da contatto della congiuntiva
con l’agente che determina l’allergia, ne altera la struttura
e l’aspetto della congiuntiva stessa. Si formano delle papille
(microscopiche rilevatezze della congiuntiva) che irritano la
congiuntiva e la cornea con liberazione di istamina.
Il
paziente ha una continua sensazione di corpo estraneo con
necessità di strofinarsi per il prurito. Tale
movimento causa fastidio alla luce (fotofobia) e
spesso si possono sovrapporre congiuntiviti purulente.
Nelle
congiuntiviti allergiche la terapia deve essere protratta per
lungo tempo ed è costituita da colliri antistaminici.
L’uso di colliri cortisonici è da limitare nel tempo (5-6
giorni al massimo) e solo dopo consulto con l’Oculista.
Il
fatto di essere scatenate da intolleranze da contatto, ciò non
significa che il paziente affetto debba essere un soggetto
allergico, soprattutto se l’età del paziente è inferiore a 3
anni.
Non lasciano lesioni sull’occhio e non sono contagiose.
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